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Il Tamoxifene viene metabolizzato prevalentemente tramite il CYP3A4 in N-desmetil-tamoxifene, che viene ulteriormente metabolizzato dal CYP2D6 dando origine ad un altro metabolita attivo, l’endoxifene. Nelle pazienti con carenza dell’enzima CYP2D6 le concentrazioni di endoxifene sono all’incirca del 75% più basse che nelle pazienti con una normale attività del CYP2D6. La somministrazione di forti inibitori del CYP2D6 riduce i livelli dell’endoxifene circolante in misura analoga.
EFFETTI POSITIVI DELL’ASSUNZIONE
Anche la somministrazione di progesterone e alcuni farmaci antidepressivi può essere efficace, e anche le terapie complementari possono dare risultati positivi, ma è bene consultare sempre prima il medico curante. Se le vampate sono molto fastidiose, non esitate a informare l’oncologo che vi segue. In alcuni casi le terapie complementari hanno dato risultati positivi, e il vostro medico di base potrebbe consigliarvi su come accedere a questi trattamenti.
Tamoxifene Eg: Bugiardino (Foglietto Illustrativo)
Nel trattamento a lungo termine, gli effetti collaterali segnalati sono meno frequenti o meno gravi rispetto a quelli osservati con androgeni ed estrogeni impiegati per il trattamento della stessa patologia. Le pazienti devono essere informate dei rischi potenziali per il feto qualora si instaurasse una gravidanza durante il trattamento con Tamoxifene EG o nei due mesi successivi all’interruzione della terapia. L’esperienza con l’uso di tamoxifene durante la gravidanza è insufficiente. Il tamoxifene e i suoi principali metaboliti sono potenti inibitori dell’ossidasi del sistema del citocromo P-450. Data la possibile comparsa di ipertrigliceridemia durante il trattamento con tamoxifene, può essere opportuno controllare i livelli sierici dei trigliceridi. Carcinoma duttale in situ in donne che richiedano una concomitante terapia anticoagulante o che presentino un’anamnesi di trombosi venosa profonda o embolia polmonare.
INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
- È necessario consultare lo specialista per valutare l’opportunità del proseguimento o della sospensione del trattamento o di eventuali modifiche dello stesso.
- Lupus eritematoso cutaneo è stato osservato molto raramente in pazienti trattate con Tamoxifene EG.
- In una serie di test di mutagenesi in vitro e in vivo il tamoxifene non si è dimostrato mutageno.
- Le pazienti devono essere informate dei rischi potenziali per il feto qualora si instaurasse una gravidanza durante il trattamento con tamoxifene o nei due mesi successivi all’interruzione della terapia.
Il tamoxifene è un farmaco non steroideo, derivato del trifeniletilene, che mostra un complesso spettro di effetti farmacologici antiestrogenici e simil-estrogenici nei diversi tessuti. Nelle pazienti con carcinoma mammario, a livello del tumore, il tamoxifene agisce principalmente come un antiestrogeno, inibendo il legame dell’estrogeno al recettore estrogenico. Tuttavia, in studi clinici è stato evidenziato un certo beneficio nei tumori con recettori per gli estrogeni negativi, il che può indicare altri meccanismi di azione. Nell’esperienza clinica, è riconosciuto che il tamoxifene induce riduzione dei livelli ematici di colesterolo totale e delle lipoproteine a bassa densità nell’ordine del 10 – 20% nelle donne in post-menopausa. Inoltre, è stato riportato che il tamoxifene induce il mantenimento della densità minerale ossea nelle donne in post-menopausa.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale. Il tamoxifene deve essere impiegato con cautela in pazienti con persistente leucopenia o trombocitopenia. Sono consigliabili periodici controlli della crasi ematica, piastrinemia inclusa. Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In alcuni centri di oncologia, le pazienti sono sottoposte a controlli ginecologici regolari allo scopo di individuare tempestivamente segni di carcinoma endometriale.
Non devono essere co-somministrati inibitori dell’aggregazione piastrinica, al fine di non aumentare il rischio emorragico durante la fase trombocitopenica. Si raccomanda di monitorare attentamente i pazienti che presentano un rischio per eventi tromboembolici. In pazienti anziani con cancro al seno sono stati utilizzati gli stessi regimi di dosaggio previsti per i pazienti adulti. Il Tamoxifene è controindicato nel corso gravidanza e durante una terapia che preveda l’assunzione di anticoagulanti. Il tamoxifene è controindicato durante la gravidanza e in caso di assunzione di anticoagulanti. In caso di interruzione definitiva del trattamento richiesta dal medico, il farmaco rimanente deve essere gettato negli appositi contenitori in farmacia per la raccolta differenziata dei medicinali.
Alcuni dei casi di tumori maligni uterini, di ictus e di embolia polmonare hanno avuto esito fatale. Le donne sessualmente attive devono pertanto adottare metodi contraccettivi – di barriera e non ormonali – per tutta la durata della terapia con tamoxifene e per almeno due mesi dal termine della stessa, poiché possono esserci rischi per il bambino. Inoltre, il tamoxifene si è rivelato efficace anche nel trattamento della ginecomastia e della mastalgia negli uomini in terapia per il tumore della prostata con antiandrogeni. https://nayaabhaandi.com/dove-acquistare-deca-durabolin-100-mg-di-organon/ Dagli studi clinici, infatti, è emerso che il principio attivo può determinare un netto miglioramento di questi sintomi indotti dalla terapia antiandrogena impiegata contro il carcinoma prostatico. I dati clinici disponibili indicano che le pazienti omozigote per gli alleli non funzionali di CYP2D6 possono presentare un minore effetto del tamoxifene nel trattamento del carcinoma della mammella. Gli studi disponibili sono stati per lo più effettuati in donne in post-menopausa (vedi paragrafi 4.4 e 5.2).
Alcune pazienti si sentono depresse durante il trattamento con tamoxifene, ma ciò può dipendere da altre cause. Tamoxifene ratiopharm è indicato per il trattamento del carcinoma mammario. TAMOXIFENE AUROBINDO 10 mg compresse rivestite con filmblister in PVC e PVDC sigillati con alluminio termosaldatoonfezione 30 compresse. Alcuni effetti indesiderati di tipo generale sono rappresentati da intolleranza gastrointestinale, sensazione di capogiro, rash cutanei e, in qualche caso, ritenzione di fluidi ed alopecia. In letteratura è stata riportata l’interazioni farmacocinetica con inibitori del CYP2D6, mostrando una riduzione del 65-75% dei livelli plasmatici di una delle forme più attive del farmaco, ovvero dell’endoxifene. Si può verificare arresto del flusso mestruale in pazienti in premenopausa, il che non pregiudica l’attività antitumorale del farmaco.
Il tamoxifene è un farmaco che appartiene alla classe degli antiestrogeni non steroidei, sostanze in grado di contrastare gli effetti dell’ormone estrogeno. Sviluppato oltre trent’anni fa, è oggi molto usato per il trattamento del carcinoma della mammella, femminile e maschile sia dopo l’intervento chirurgico di prima istanza, sia dopo l’eventuale recidiva. Le terapie ormonali agiscono interferendo con la produzione o con l’azione di particolari ormoni. Gli ormoni sono sostanze che l’organismo produce naturalmente, che fungono da ‘messaggeri’ chimici e contribuiscono a controllare l’attività delle cellule e dei vari organi. L’escrezione del tamoxifene avviene principalmente per via fecale e un’emivita di eliminazione è stata calcolata pari a circa 7 gg per il farmaco immodificato mentre per l’N- desmetiltamoxifene, il principale metabolita in circolo, è risultato pari a 14 gg. Embolia polmonare (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 0.75 nel gruppo delle donne trattate contro 0.25 nel gruppo di controllo).
I primi segni sono sanguinamento vaginale anormale, che, tuttavia, è causato spesso anche da patologie non cancerose, come i polipi. Se compaiono dolore, sensazione di calore, gonfiore o sensibilità localizzati a un arto, oppure dolore toracico, informate immediatamente l’oncologo che vi ha in cura perché potrebbero essere i segni di una trombosi. A volte, durante il trattamento, l’oncologo può prescrivere basse dosi di aspirina per prevenire questi disturbi.